2015 // Foliage in Casentino

Una gitarella di un giorno per godere dei colori dell'autunno

post originale sul mio sito ufficiale, qui rielaborato e ampliato di alcune foto


Approfittando dei bei giorni di inizio novembre, abbiamo viaggiato (io e Bea) in una zona della toscana che, in questo periodo, è veramente particolare e bella: il Casentino. Non che nelle altre stagioni sia brutta, ma è in questa stagione che si può ammirare, appunto, il "foliage":  distese intere di fogliame dai colori viranti dal giallo all'arancione al rosso intenso.

Ecco le foto, qui sotto, senza tante spiegazioni. Per qualche dettaglio in più aprite gli altri pannelli

Ecco su mappa il nostro percorso, se voleste provarlo. Ma se avete tempo fate anche una deviazione verso il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che vale la pena.

E' un anello che inizia (A) e si chiude (G) a Pontassieve. Percorre parte della statale 67 per Forlì, deviando verso Londa, fino ad arrivare a Stia. In quel tratto, presso il valico di Croce ai Mori (B) ci siamo fermati a scattare le prime foto ai mille colori dell'autunno, fra castagni, lecci e foreste a perdita d'occhio. Prosegue poi per Porciano (C), Stia (punto D mappa = piazza del parcheggio) ed il castello di Romena (E). E ritorna a Pontassieve dal passo della Consuma (F).

Porciano è un piccolo paese arroccato sul colle a nord di Stia, cosa che garantisce un’ottima visuale panoramica fino a Poppi e oltre. Il castello, in cima al cocuzzolo, è piccolo ma carino: rimesso in sesto dagli attuali proprietari e gestito, nel periodo estivo, da volontari (nessun biglietto di ingresso, ma è possibile lasciare un’offerta). Al suo interno si trovano vari oggetti dell’uso contadino ed una spiegazione dei lavori di restauro. Dal piano più alto si gode di una buona visuale.

All’inizio del paese, lungo la strada che vi arriva, si trova un piccolo parcheggio. Il paese ha solo vie pedonali, ma è anche molto piccolo ed è piacevole passeggiarci in mezzo. La torre (anzi, le torri) del castello, in parte coperte di vite americana, hanno un colpo d’occhio veramente spettacolare. Attenzione, il castello è aperto (visitabile) solo i giorni festivi da Maggio ad Ottobre (noi abbiamo avuto fortuna a trovare l’ultima apertura della stagione).

A Stia troverete, invece, una ricostruzione (datata inizi del ‘900) di un "palagio", un palazzo signorile anticamente appartenuto ai conti Guidi. Al suo interno si svolgono mostre, ma quando siamo passati noi era tutto chiuso. Il palagio si trova dentro l’omonimo parco, piccolo ma carino (il punto D nella mappa indica il parcheggio a ridosso del parco) – se avete bisogno di fare rifornimento d’acqua, sotto una moderna copertura, nel parco, trovate alcune fontanelle.

Merita una visita (da svolgere tranquillamente a piedi) anche la parte vecchia della cittadina, che trovate scendendo a destra rispetto al parco. Vicoli, portici, piazza centrale con la fontana. E se è aperta entrate nella Pieve che contiene alcuni lavori (fra le altre cose) dei Della Robbia.

Unico problema, almeno per noi: non abbiamo trovato un ristorantino dove mangiare qualche specialità del luogo. I tre che abbiamo visitato erano tutti pieni. Può meritare un salto anche a Pratovecchio (5 minuti di auto), ma è meno caratteristico di Stia. Però a noi è piaciuto perché abbiamo trovato da mangiare :-). Carini i portici e la piazza centrale, ma con un aria più “moderna” rispetto a Stia. Una delle strade per arrivare a Romena passa dalla piazza centrale di Pratovecchio, potete valutare voi se vale la pena fermarsi oppure no.

Da Pratovecchio potete prendere via Arno e seguire le indicazioni per il Castello di Romena (non la pieve). Appena inizia il filare di cipressi - se vi va di fare 2 passi- parcheggiate e raggiungete il castello a piedi seguendo la strada sterrata (sono circa 300 metri). Il complesso è molto carino e vale i 3 Eur a persona per l’ingresso. E’ rimasto poco della struttura originale (ricostruita in una delle sale) ma quel poco è affascinante. Se avete pazienza di leggere le varie storie e ricostruzioni scoprirete sia che Dante fu ospitato nel castello, sia che un episodio storico (inserito poi nella Divina Commedia) si è svolto lì, sia, infine, che l’idea dei gironi infernali, a Dante, potrebbe esser nata da una particolare usanza “carceraria” in atto nel castello. Ma vi lascio scoprire tutto da soli.

Dal Castello potete proseguire a piedi lungo una strada sterrata fino alla Pieve di Romena, anch’essa molto particolare, in stile romanico e con deliziosi capitelli (potete anche riprendere l'auto e usare la strada asfaltata). Presso tale Pieve vive la fraternità omonima. Purtroppo ho potuto fare solo una paio di foto e solo agli esterni, in quanto dentro era in corso la S. Messa. Se avete lasciato l'auto all'inizio del filare di cipressi del castello, dovrete fare circa 50 metri in ripida salita lungo la strada asfaltata, poi si ammorbidisce.

Ripresa la via di casa, siamo passati dal passo della Consuma, dove è possibile fare delle buone merende. Al valico c’è uno chalet dove è possibile trovare della buonissima schiacciata ripiena (quella ai porcini è meravigliosa). Si gode anche di un bel panorama sui monti che circondano la zona. Scendendo in paese (direzione Firenze) si trova invece un alimentari dove fanno una schiacciata (non ripiena ma “ripienabile” con vari tipi di affettati, anche tipici locali) altrettanto buona. Devo dire una di quella in cui la reazione di Maillard si esprime al meglio: morbida dentro ma dalla crosta croccante e con un leggero retrogusto dolce che contrasta deliziosamente col salato tipico di questo alimento. Così, soddisfatti negli occhi e nella pancia, si può tornare verso la prorpia abitazione.